I cordini determinano molti aspetti della sicurezza nel lavoro in quota.
La varietà di cordini disponibili sul mercato moltiplicati per la varietà di connettori e/o dissipatori abbinabili, è infinita.
La sicurezza di un operatore in quota non si esaurisce nell’installazione di un sistema anticaduta, ma prosegue nella formazione dell’operatore affinché riesca ad utilizzare la linea vita in modo opportuno seguendo le prescrizioni del progettista.
È fondamentale, infatti, conoscere il lavoro che si andrà a svolgere nel dettaglio e i sistemi di ancoraggio.
Cordini anticaduta.
Si tratta di dispositivi flessibili e possono infatti essere in:
-corda statica o semistatica tipo kernmantel ovvero in fibre parallele con calza di protezione esterna;
-fune ritorta (in fibre attorcigliate);
-fettuccia o cinghia;
-cavo d’acciaio.
Dispositivo regolabile di tipo guidato.
I dispositivi anticaduta guidati abbinabili a funi o cavi flessibili rispondono alla normativa EN 353.2. Questi dispositivi sono regolabili e costituiti da una corda di varia lunghezza (fino a 20 metri nella configurazione standard) e da un cursore che, se non azionato, rimane bloccato nella posizione imposta dal lavoratore.
I cordini di posizionamento e trattenuta
Questi dispositivi non sono certificati per arrestare le cadute. Sono dispositivi da impiegare per un posizionamento sicuro su una postazione di lavoro ovvero per trovare una posizione stabile.
I dispositivi anticaduta retrattili
Sono tra i più diffusi nei sistemi anticaduta industriali. Devono essere conformi alla norma tecnica EN 360. I dispositivi retrattili sono di varie dimensioni: dai 2 m di lunghezza fino anche ai 40 m e sono progettati per l’arresto caduta. Ci sono prodotti, però, testati per lavorare solo in verticale, per cui è fondamentale leggere il manuale.
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